La casa circondariale di Locri apre le porte alla musica con un concerto eseguito dall’”Orchestra di Fiati Città di Gerace” diretta dal maestro Saverio Varacalli. I detenuti nella sala-teatro del carcere hanno potuto ascoltare alcuni pezzi famosi del repertorio classico-sinfonico come l’“Arioso” di Bach, la “Carmen” di Bizet ed un pot-pourri di Ciaikoski. La formazione musicale, composta da 50 elementi, ha eseguito poi un repertorio moderno molto suggestivo che ha pienamente soddisfatto la popolazione carceraria: da pezzi originali per banda scritti da Jacob de Haan come “Pasadena”, a musiche tratte da celebri film di Sergio Leone scritte da Morricone fino alla colonna sonora del film “Pirati dei Caraibi”. Insomma un repertorio che ha galvanizzato i presenti i quali hanno ascoltato con attenzione ed interesse. Il concerto si è concluso con due pezzi di grande effetto sonoro: “Jherico” e il “Can Can” di Hoffenbach.
È la prima volta che un’orchestra di fiati entra nelle mura del carcere e come ha sottolineato anche Giuseppe Cusato – sostituto commissario della polizia penitenziaria in quiescenza e nella sua veste di accompagnatore dell’orchestra – l’iniziativa è stata intenzionalmente realizzata nel periodo più Sacro dell’anno: il Tempo Pasquale. Il tempo in cui il genere umano viene risollevato dalla sua caduta e riacquista tutto ciò che aveva perduto con il peccato.
L’obiettivo – ha proseguito Cusato – è stato quello di offrire a persone in una condizione di privazione della libertà personale, aggravata dallo stato di sovraffollamento, una opportunità di solidarietà e di speranza per recuperare i legami di libertà, di giustizia e di pace con la comunità civile e poter rientrare a far parte della vita della comunità stessa con altre basi ed altri valori. Cusato – infine – ha evidenziato come gli operatori penitenziari della Casa Circondariale di Locri, a partire dagli agenti di polizia penitenziaria, sono quotidianamente impegnati a garantire, ad ogni costo ed in nome della giustizia e delle leggi dello Stato, la legalità, la sicurezza e porre al centro della loro azione il recupero dell’uomo.
Lo scopo è stato anche quello di evidenziare come la musica, quale forma di arte e di cultura nel più ampio senso del termine, possa essere strumento eccezionale per stimolare riflessioni sui valori sociali, civili ed umani e come possa anche essere vettore di sentimenti di pace e di rinnovamento dello spirito. Anche i componenti hanno espresso la loro soddisfazione per aver portato nel carcere i segni di un linguaggio universale che accomuna tutti, anche perché in situazioni di disagio ambientale la musica svolge un’ottima azione terapeutica. I giovani orchestrali hanno offerto un piccolo ma significativo trattamento rieducativo, grande per la sua novità in un contesto dove non sembrerebbe che vi sia posto per la cultura. E quella della musica è forse la forma più immediata ad essere recepita. Soddisfatta anche la direttrice della Casa circondariale D.ssa Patrizia Delfino in quanto l’Orchestra «ha portato una ventata di cultura tra le mura del penitenziario concedendo alla persone detenute un momento di svago ma anche spunti di riflessione». La direttrice ha poi detto che l’Amministrazione penitenziaria «apprezza tutte le opportunità trattamentali proposte dalla società civile, quel contributo nel difficile compito del recupero delle persone detenute e segno di vicinanza della comunità esterna alle problematiche del mondo penitenziario».
Tutto ciò si inquadra anche nella prospettiva di creare migliori condizioni di vita per i detenuti all’interno degli istituti, rafforzando il collegamento operativo fra carcere e territorio. «In tal senso l’Amministrazione Penitenziaria intende porsi – ha concluso la direttrice – con il contributo responsabile della società civile, in una prospettiva di rinnovato i impegno sociale, quello dio intervenire sui bisogni dello spirito, senza per questo rinunciare al dovere istituzionale, di garantire la sicurezza dei cittadini ed il rispetto dello Stato e delle sue Leggi».
Locri, 21 Aprile 2012