RICORDO DEL DOTT.RE PAOLO QUATTRONE
La mia storia e la mia vita si è intrecciata, per molti anni, con quella del dott. Paolo Quattrone: lo conobbi agli inizi degli anni 80, quando diventò Direttore della Casa Circondariale di Locri; a quei tempi svolgevo le mansioni di addetto all’ufficio segreteria e da lì un crescendo di incarichi e delicati impegni di stretta collaborazione.
Arrivò austero, ligio al proprio dovere, impegnato in quella che considerava una missione istituzionale; incrollabile e determinato, ma mai burocrate. Sempre pronto ad ascoltare le esigenze dei propri collaboratori, migliorò subito le condizioni di vita e di lavoro di tutti coloro che interagivano nel carcere.
Presto assaporai la soddisfazione di una fatica piena: il Dr. Quattrone, spesso impegnato in più istituti contemporaneamente, riempiva le sue e le nostre giornate di lunghi e incessanti compiti, ma le soddisfazioni per i risultati ottenuti ci davano la forza di ricominciare con l’eguale entusiasmo del giorno appena trascorso.
Non dimenticherò mai l’impegno e la forza senza tregua del dott. Quattrone quando, dopo il vile assassinio del Dott. Sergio Cosmai, fu chiamato a dirigere la C.C. di Cosenza. Lo Stato c’era attraverso la sua assoluta determinazione, il suo impegno a ripristinare la legalità.
Lo sgomento per quanto accaduto non lo ha mai arrestato: il dott. Quattrone ha saputo tramutare questa indignazione in un costante controllo della tenuta democratica del carcere e in una persistente attività d’inchiesta che ci portò a percorrere in un solo mese tra Locri, Cosenza e Roma, più di 11 mila chilometri.
Era inarrestabile, voleva capire e scoprire la verità e lui, in quella veste, poteva e doveva dare il massimo contributo: è questo il senso delle sue parole “Un servitore dello Stato non muore mai invano, specialmente se ha operato per difendere i valori umani, civili e morali di cui questo Paese malato ha tanto bisogno”. Non poteva permettere che le idee ed i valori in cui aveva creduto il suo caro collega -e che condivideva in pieno- potessero essere dimenticati.
La mia vita da allora cambiò: seppure dopo 11 anni di servizio, intrapresi la carriera di sottufficiale e nel 2002, quando il Dr. Quattrone mi anticipò del suo rientro in Calabria, tornai al suo fianco, rinnovando la mia dedizione al dott. Quattrone che comunque dal 1986 al 2002 non aveva mai subito interruzioni.
Era la mia Guida ed io ero tra le persone alle quali puntualmente donava le sue innovative pubblicazioni: “Il Corpo di Polizia Penitenziaria…… il passato, il presente, l’avvenire.” , “Carcere e…..” , “Carcere e salute”, “Il trattamento penitenziario … tra ideologia e realtà”, “L’Ordinamento del Corpo di Polizia Penitenziaria” e tante altre che gelosamente custodisco tra le cose a me più care.
Ho trascorso questi lunghi anni della mia vita professionale accanto ad un Galantuomo che, incarnando l’Istituzione Penitenziaria, ha innovato e rilanciato il sistema penitenziario italiano, partendo da quella che era considerata la “cenerentola “ delle regioni: in Calabria e per opera degli stessi operatori calabresi.
Consideravo il Dr. Paolo Quattrone un autentico “vulcano” in continua eruzione di idee e progetti che sistematicamente perseguiva e realizzava: Il Progetto “Athena” ne è la prova.
Persino quell’istituto sperimentale, che da più parti veniva definito un’ utopia, divenne in tempi rapidi una concreta realtà: Laureana di Borrello. L’istituto nel quale egli intendeva mantenere la sua impronta affidandomi nel maggio del 2009 il Comando della Casa di Reclusione.
Ho vissuto anni di altissima professionalità accanto al Dr. Paolo Quattrone ricevendo, note di elogio e di apprezzamento dai vertici politici ed amministrativi del dicastero della Giustizia. Questi anni sono stati il momento più rilevante della mia vita professionale nell’Amministrazione Penitenziaria.
Il Dr. Quattrone ha sempre motivato e premiato i suoi collaboratori trasferendo loro competenze e professionalità.
Diceva: “vede Cusato, non siamo noi a fare grandi cose, ma sono gli altri che fanno piccole cose”.
Pur consapevoli di avere contro ciò che egli definiva “ il sistema” , si ricominciava un nuovo progetto il giorno successivo all’inaugurazione di quello realizzato.
E durante le inaugurazioni lasciava sempre agli altri la scena, restando dietro le quinte.
Dal Dr. Quattrone ho ricevuto una grande eredità positiva: fedeltà alle leggi, senso di lealtà e coraggio ….
Mi sento un privilegiato e sono fiero di essere stato un collaboratore del Dr. Paolo Quattrone. Anche nei momenti di difficoltà, derivate da subdole insinuazioni che ci videro entrambi coinvolti, mi rincuorava dicendo: Caro Cusato, non si preoccupi perché su di noi, a differenza degli altri, c’è la mano della Divina Provvidenza a proteggerci.
Quella Divina Provvidenza, quella speranza che lui ha sempre dato, offrendo sostegno, tutela e disponibilità ai suoi collaboratori.
Speranza però, che a causa di attacchi ingiusti, sconsiderati e vigliacchi, ha abbandonato proprio lui, lasciandolo avvinto da una solitudine inscalfibile.
Ricordo ancora uno dei suoi ultimi consigli a proposito degli attacchi dal “sistema”: “ si difenda Cusato, ma non faccia la guerra ! Io ho avuto contro tutto il “sistema” e glielo dico per esperienza”.
Avremmo dovuto fare altro; dopo il suo pensionamento, avevamo già immaginato una nuova e diversa intesa; nuovi progetti e diverse iniziative sempre di grande valore sociale.
Avremmo dovuto continuare partendo proprio da Locri.
In questa città il dott. Quattrone ha vissuto la sua adolescenza, qui suo padre fu direttore dell’Istituto che egli, a distanza di anni, ha voluto ristrutturare come un piccolo scrigno -così diceva-.
Oggi, che mai avrei voluto fare questo discorso in suo ricordo e che ancora adesso resto attonito ed incredulo per quanto accaduto, ho deciso di lasciare l’Amministrazione Penitenziaria.
Ritorno ad una vita semplice e i miei splendidi ricordi legati al nostro impegno, che mai nessuno potrà intaccare o macchiare, mi accompagneranno sino alla fine, dandomi quel calore umano e quella spinta emozionale che solo lui era capace di donare.
A presto dott.re Quattrone
Giuseppe Cusato
Sostituto Commissario Polizia Penitenziaria