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Gerace: Il Consiglio Comunale, contrari Cusato, Gratteri e Pezzimenti, rinuncia al fotovoltaico.

29 Maggio 2013 Scrivi Vai ai commenti

Intervento del Consigliere Comunale Giuseppe Cusato sul punto 2) dell’o.d.g. “Estinzione anticipata mutuo Cassa Depositi e Prestiti”. Consiglio Comunale del 28 maggio 2013.

 

 Signor Sindaco,

è noto a tutti  noi che l’idea progettuale di realizzare un impianto fotovoltaico, in area parcheggio località Barbàra, è stata concretizzata con Delibere di Giunta nn. 35, 111 e 136, rispettivamente datate 15 Aprile 2010, 14 Ottobre 2010 e 18 Novembre 2010, con le quali sono stati approvati i progetti preliminare e definitivo, redatti dall’Ufficio Tecnico del Comune di Gerace.

            Dalla realizzazione dell’opera, indiscussi e vigorosi sono i benefici derivanti sotto il profilo dell’abbattimento dei costi energetici della municipalità, il cui risparmio è destinato al bilancio comunale con ricadute positive sui servizi per i cittadini.

            La costruzione di un simile impianto offre vantaggi anche dal punto di vista ambientale ed ecologico, perché contribuisce al rispetto dei programmi di riduzione di gas serra, previsti dai Protocolli di Kyoto, Montreal e Göteborg ed alle Direttive Comunitarie sulle fonti rinnovabili.

            Per sostenere l’intero costo dell’opera, all’Ente  è stato concesso, in data 28 dicembre 2010  dalla Cassa Depositi e Prestiti, un mutuo per un importo di €uro  1.594.843,50.

            Il piano di ammortamento prevede un impegno annuale di €uro 122.822,72 frazionato in due rate semestrali, ciascuna di € 61.411,36 per la durata di 20 anni.

            La decorrenza della prima rata al 30 giugno 2012 era stata fissata, dopo un periodo di pre-ammortamento, d’intesa con la Cassa DD.PP., allo scopo di far coincidere tale scadenza con l’avvenuto completamento dei lavori dell’impianto fotovoltaico e la sua messa in funzione a regime.

            Infatti,  il cronoprogramma dei lavori prevedeva una durata di soli 120 giorni decorrenti dall’ 1 febbraio 2012 al 30 maggio 2012, per costruire l’impianto in questione.

            Al risparmio del consumo energetico dell’illuminazione pubblica per venti anni si sarebbe aggiunto, inoltre, un ricavo cassa finale di €uro 789.000,00.

            Dalla data di approvazione del progetto definitivo, avvenuta  – ripeto – con Delibera di Giunta n. 136 del 18 novembre 2010, sono trascorsi più di nove mesi per compiere le procedure di conferimento l’incarico della progettazione esecutiva, affidato con Determina n. 160 del 29 agosto 2011.

            Dopo tre mesi, e precisamente il 30 novembre 2011, con delibera n. 131, la Giunta riapprova un nuovo progetto definitivo – regolarmente controllato e validato nella stessa data – depositato,  il 21 novembre 2011 con nota n. 7994, dal professionista incaricato della progettazione esecutiva.

            Trascorrono dodici mesi di assoluto silenzio, tranne la voce del sottoscritto che tuonava, in occasione degli interventi consiliari per l’approvazione dei bilanci di previsione e consuntivi degli esercizi finanziari 2011 e 2012, ultima circostanza il 29 aprile scorso, denunciando:

1)       il colpevole ritardo di avvio delle procedure per la gara di appalto e l’esecuzione dell’opera;

2)       il mancato risparmio sui costi di consumo dell’illuminazione pubblica;

3)       l’avvenuto pagamento di due rate semestrali per complessivi €uro 122.822,72 di un finanziamento irresponsabilmente inattivo.

                Per dirla con antichi proverbi che sono frutto dell’esperienza e della saggezza popolare  e  che si addicono al Vostro comportamento, “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”  e “peggior cieco di chi non vuol vedere”.

            In data 27 Novembre 2012, con nota n. 8635, il professionista incaricato con Determina n. 160 del 29 agosto 2011 deposita il progetto esecutivo con i relativi elaborati.

            Il giorno 10 gennaio 2013 il progetto esecutivo è validato e viene approvato con Determina n.26 del 19 Febbraio 2013.

            Finalmente in data 8 aprile 2013, con Determina n. 46, si decide di procedere all’ appalto dei lavori. In tale ambito, sono richiesti ed ottenuti il “parere favorevole di regolarità tecnica attestante la regolarità e la correttezza dell’azione amministrativa, nonché il rispetto della normativa di settore”,  da parte del Responsabile del Settore Tecnico ed il “parere favorevole di regolarità contabile e di copertura finanziaria” da parte del Responsabile del Settore Finanziario.

            Nessuna criticità, ovvero contraria indicazione, è accennata o formulata dai predetti Responsabili, in ordine all’inopportunità di dare corso alla gara di appalto, tant’è che il giorno 10 aprile 2013, con nota n. 2939, si chiede alla SUAP l’espletamento del bando di gara.

            A distanza di meno di un mese, precisamente in data 8 maggio 2013,  con nota n. 3624 a firma del solo Responsabile il Settore Tecnico, l’Ente  chiede alla SUAP la sospensione della gara di appalto “ atteso che, sopraggiunte situazioni tecniche hanno modificato le condizioni di economicità dello stesso”.

            Non mi risulta che nell’arco di tempo intercorrente tra il giorno 10 aprile 2013 – data dell’invio alla SUAP del progetto – ed il giorno 8 maggio 2013 – data di richiesta di sospensione del bando di gara – siano intervenute situazioni che hanno modificato l’economicità del progetto stesso.

            Incomprensibilmente, ora, il Responsabile del Settore Tecnico solleva “criticità insite nel progetto”  ed afferma al punto 1) della sua relazione del 17 maggio 2013 che il 5° piano energetico “ non garantisce i livelli economici e di risparmio per i quali si dava corso, a suo tempo, alla realizzazione dell’impianto fotovoltaico di che trattasi, condizione questa che  indebolisce notevolmente se non radicalmente gli aspetti economici presupposti con la realizzazione dell’intervento stesso

            A ciò si può facilmente contrapporre il decreto legge recante “Recepimento della direttiva 2010/31UE del parlamento Europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell’edilizia per la definizione delle procedure d’infrazione avviate dalla Commissione Europea”, approdato in Consiglio dei Ministri e che quasi certamente sarà approvato questa settimana.

            E’ prevista una proroga al 31 dicembre 2013 per le detrazioni fiscali del 55% in scadenza al 30 giugno 2013, ben più favorevole della proposta del Sindaco del c.d. “dialogo competitivo”.

            Al punto 2) dell’ anzidetta relazione, il Responsabile del Settore Tecnico indica “negativamente l’impatto ambientale  e rammenta che l’area d’intervento per molti anni è stata adibita a discarica rifiuti”.

            Suscita stupore una simile affermazione contraddittoria,  ove si consideri che proprio lo stesso Responsabile del Settore Tecnico, non più tardi del 10 gennaio 2013, ha sottoscritto il Verbale di Validazione del Progetto Esecutivo ai sensi dell’art. 55 del Regolamento di cui al D.P.R. 5 Ottobre 2010, n.207.

            Delle verifiche effettuate, sulla cui base “ il progetto esecutivo può ritenersi valido in rapporto alla tipologia, categoria, entità e importanza dell’intervento ”,  intendo richiamare solo quelle contraddistinte dalle lettere:  b) la conformità del progetto al documento preliminare alla progettazione e al progetto definitivo; c) conformità del progetto alla normativa vigente; e) completezza della documentazione relativa agli intervenuti accertamenti di fattibilità tecnica, amministrativa ed economica dell’intervento; f) esistenza delle indagini geologiche, geotecniche e congruenza dei risultati di tali indagini con le scelte progettuali; j) rispondenza delle scelte progettuali alle esigenze di manutenzione e gestione; K) effettuazione della valutazione di impatto ambientale.

            Quanto all’esposizione dell’impianto, solo ora evidenziata, a rischi particolari capaci di creare eventi dannosi anche di entità rilevante, trova soluzione una specifica copertura assicurativa che offre garanzie opzionali ed indennizza i danni diretti (derivanti ad esempio da incendio o da eventi naturali, quali grandine, terremoti, alluvione), ma anche da guasto macchine quali avarie endogene, fenomeni elettrici come sovratensione e persino quelli causati da terzi, come furto, atti vandalici e dolosi, sabotaggio, ecc.

            Nascono in  me, quindi, forti interrogativi sulle dichiarazioni contrastanti  rilasciate dal Responsabile dell’Ufficio Tecnico, il quale, in poco meno di un mese, sconfessa se stesso, il Responsabile del Procedimento e il professionista incaricato della progettazione esecutiva che, immagino, abbia lavorato sugli elaborati in questione per oltre tre anni, senza purtroppo  addivenire a nulla.

            In relazione, poi, al parere dell’ Organo di Revisione economico-finanziaria, che pare costituisca uno degli elementi per i quali l’attuale Amministrazione comunale ha già deciso di rinunciare alla realizzazione dell’opera, esprimo forte dissenso e nutro seri dubbi sull’uso, strumentale a mio avviso, del parere stesso, stante l’evidente intenzionalità di non voler esaminare l’argomento in tutte le sue sfaccettature di carattere economico-finanziario.

            Dichiaro da subito che, a mio giudizio, il parere espresso dal Revisore dei Conti sulla proposta di estinzione anticipata del mutuo non è preteso come, invece, statuisce la legge 213 del 7 dicembre 2012, di conversione del d.l. 174 del 10/10/2012, nell’ipotesi di ricorso all’indebitamento. Ma viene richiesto a sostegno di una decisione, di fatto, già assunta.  

Ciò nonostante, intendo analizzare le osservazioni  formulate dall’ Organo di Revisione sull’argomento in esame, con particolare riferimento a:

          Limite della capacità di indebitamento di cui all’articolo 204 T.U.O.E.L.;

          Sostenibilità economica del ricorso all’indebitamento;

          Raggiungimento positivo del parametro strutturale di deficitarietà della consistenza dei debiti di finanziamento;

          Vincoli patto di stabilità.

            Il limite della capacità di indebitamento risultava compatibile  al momento dell’ accensione  del prestito, mentre è inconciliabile per gli anni 2013 e 2014 in virtù  della Legge di Stabilità 2012 che ha ridotto tale limite rispettivamente al 6% e al 4%.

            L’ assunzione in debita considerazione dei nuovi limiti introdotti dalla legge 12 novembre 2011, n. 183, avrebbe dovuto suggerire l’indifferibile necessità di procedere alla realizzazione dell’impianto fotovoltaico secondo  le scadenze del cronoprogramma dei lavori. Sebbene i predetti limiti rimangono difficilmente perseguibili pur in assenza del finanziamento sul fotovoltaico.

            In relazione, poi, alla sostenibilità economica dell’Ente, è indiscutibile che il risparmio di consumo di energia elettrica, tradotto in vantaggi economici,  rappresenta la capacità di rimborso delle rate semestrali del mutuo, secondo le intuizioni degli autori dell’idea progettuale.

 

            Con riferimento, infine, al parametro obiettivo n. 07, relativo alla consistenza dei debiti di finanziamento non assistiti da contribuzioni superiore al 150% rispetto alle entrate correnti, la percentuale di spessore può essere ridotta attraverso due possibili soluzioni:

1)      Innalzamento delle entrate a seguito di ulteriori accertamenti da evasione tributaria, sollecitati dall’Organo di Revisione in occasione della Relazione al Rendiconto dell’esercizio finanziario 2012;

2)      utilizzo delle maggiori entrate e del risparmio di spesa derivanti dal minor consumo di energia elettrica per estinguere anticipatamente altri mutui in ammortamento, considerando le certezze dei risultati finali ad avvenuta realizzazione dell’impianto fotovoltaico.

            Quanto al vincolo del patto interno di stabilità,  il ricorso all’indebitamento condiziona negativamente il patto stesso e pregiudica il raggiungimento dell’obiettivo di stabilità.

            Ma è altrettanto vero che ciò poteva essere evitato  se il Comune di Gerace avesse avanzato istanza alla Regione Calabria per la concessione dei  c.d. spazi finanziari (Patto di Stabilità Verticale) che concedono  l’opportunità di escludere tali spese dal patto interno di stabilità salvaguardano i piccoli comuni che affrontano per la prima volta le problematiche connesse al patto di stabilità. Anche questa opportunità, come tante altre, il Comune di Gerace quasi certamente l’ha persa.

            Per contro,  prendo atto della volontà di abbandonare una fonte certa di risparmio energetico ed economico, seppure diminuita rispetto alla sua capacità iniziale, perché a torto la si ritiene non più redditizia, ma addirittura rischiosa per il bilancio dell’ente, benché altri sono i veri fattori di serio pericolo e rischio, primo fra tutti il disequilibrio dell’intero bilancio comunale già denunciato da tutti i consiglieri di opposizione.

            Impressiona il Vostro condizionamento a chiedere  pareri ad esclusivo uso e consumo, tralasciando le opportunità di ricercare ed individuare concrete possibili soluzioni che rendano comunque vantaggiosa la realizzazione di un impianto fotovoltaico.

            Soluzioni  che,  pur dimezzando l’investimento, producono una buona resa ed un buon ritorno economico a beneficio dell’Ente e di tutta la  comunità.

            Il progetto esecutivo approvato il 19 febbraio 2013 riguardava un impianto fotovoltaico di potenza complessiva di 382,20 kW, di importo totale €uro 1.594.483,50 e  la rata annuale del mutuo con la Cassa DD.PP. era di circa €uro 122.000,00, come già ho affermato.

Tre le ipotesi da prendere in considerazione:

1^ IPOTESI

            Lo stesso impianto prevedeva (uso il verbo al passato, essendo evidenti a tutti le  reali intenzioni del Sindaco su questo argomento)  circa 85 kW di potenza prodotta con pannelli “a terra“, il resto con pannelli posti su strutture metalliche a protezione dei posti macchina.

            Se si volesse realizzare, del progetto approvato, solo la porzione dell’impianto che prevede la sistemazione dei pannelli “a terra” (cioè 85 kW), l’importo del progetto si ridurrebbe a circa 455.000,00 €uro, mentre la produzione annuale prevedibile sarebbe di circa 124.000 kWh, equivalente ad un quarto del consumo complessivo annuale di energia elettrica di tutti gli impianti comunali e la rata annuale del mutuo si ridurrebbe a circa 34.000,00 €uro.

            Il ricavo presumibile dopo 20 anni di esercizio sarebbe di circa 220.000,00 €uro.

Tale risultato è raggiunto considerando tra le uscite:

·         La rata del mutuo;

·         I costi di esercizio, compreso l’assicurazione;

e tra le entrate:

·         Risparmio della bolletta elettrica per il consumo di 124.000 kWh;

·         Importo tariffa autoconsumo.

2^ IPOTESI

            Sarebbe stato anche auspicabile, tra le ipotesi, l’ampliamento della porzione dell’impianto Fotovoltaico “a terra” da 85 kW a 195 kW.

            In questo caso l’energia annuale prodotta prevedibile sarebbe di circa 280.000 kWh, cioè oltre la metà del consumo complessivo di energia di tutti gli impianti elettrici comunali.

L’importo complessivo del progetto ammonterebbe a circa 760.000,00 €uro.

La rata annuale del mutuo sarebbe di circa 57.000,00 €uro.

Il ricavo prevedibile dopo 20 anni di esercizio è di circa 710.000,00 €uro.

            Questo ricavo si conseguirebbe in previsione delle entrate, che assommano il risparmio dell’importo della bolletta elettrica e l’importo della tariffa incentivante, a cui sono  sottratte le  uscite che comprendono la rata del mutuo ed i costi di esercizio e l’assicurazione.

            Inoltre. Poiché l’importo del mutuo contratto con la Cassa DD.PP. è di €uro 1.594.483,50, in caso di scelta di quest’ultima ipotesi, resterebbero oltre 835.000,00 €uro da impegnare.

A tale proposito sarebbe stato anche ipotizzabile usufruire degli incentivi statali per l’energia eolica.

3^ IPOTESI – CASO EOLICO anche con asse verticale

            Infatti, la posa in opera di 2 pale eoliche (minieolico) ciascuna di 120 kW, da non situarsi obbligatoriamente in c/da Barbara, andrebbero a sostenere un costo di circa 660.000,00 €uro, con il conseguente presumibile bilancio economico – finanziario annuale per 20 anni così costituito:

Costi:    Importo rata mutuo, più costi di esercizio e assicurazione (complessivamente circa 60.000,00 €uro);

Ricavi:  Importo della tariffa incentivante, pari a circa 160.000,000 €uro.

Si ricaverebbe mediamente un utile annuale di circa 100.000,00 €uro.

Del mutuo contratto con la Cassa DD.PP. resterebbero ancora da impegnare circa 180.000 ÷ 200.000 €uro.

            Come potete constatare, molteplici potevano  essere le soluzioni, che ritengo non siano state nemmeno prese in considerazione, o se lo sono state, non hanno registrato il benché minimo interesse da parte del Sindaco.

            Il voto di obbedienza che state per esercitare, rifuggendo le proprie convinzioni nel merito della questione, cari colleghi consiglieri, vincola gravemente e responsabilizza inequivocabilmente il vostro futuro personale dal punto di vista politico e patrimoniale.

            Vi voglio, infatti, lasciare con due domande, prima di arrivare alle conclusioni:

1)     1^)  Quale sarà la somma complessiva e definitiva che  occorre riconoscere alla Cassa Depositi e Prestiti per l’estinzione anticipata del mutuo e su chi graverà?

2)     2^) Quali saranno le somme da corrispondere al professionista  incaricato della progettazione definitiva, esecutiva e della direzione lavori, per una prestazione d’opera che, senza giustificata ragione, non è stata realizzata?

                In qualsiasi altro Ente Locale del Paese, questi due interrogativi rispondono in maniera univoca alla seguente responsabilità amministrativa e contabile ai danni del Comune , cui giudica la Corte dei Conti: danno erariale.

            Non ho idea come il Sindaco intenda dissimulare ciò,  per rassicurare la sua e la vostra responsabilità.

            A me rimane il dovere civile, morale, etico e politico, di continuare a svolgere il mio mandato in maniera determinata, critica e costruttiva nell’esclusivo interesse della Città e, per questa ragione, avanzo formale richiesta  al Segretario di inviare, senza esitazione, alla Corte dei Contiper la Calabria l’ odierna deliberazione consiliare.

             Concludo, invitando ciascuno di Voi a compiere una seria riflessione sulle conseguenze di un voto favorevole, che appare la decisione affrettata e sconsiderata di una politica caratterizzata da ritardi colpevoli  da parte di chi si dimostra riluttante a determinare  l’interesse comune ed il bene comune degli abitanti di Gerace.

                                                                                   Consigliere Comunale Giuseppe Cusato

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